Michele Cea

Michele Cea

Avvocato in Italia e nello Stato di New York.

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14 maggio 2015

Trasferirsi in America: il visto per studiare inglese


“Turista fai da te? No Avvocato? Ahi! Ahi! Ahi!” Negli ultimi mesi, tanti, troppi italiani stanno provando la brutta e amara sensazione del diniego di un visto da parte di uno dei consolati americani in Italia. Si tratta di una vera e propria tendenza che nasconde ragioni politiche ed economiche che spiegheremo alla fine.

Quando ciò succede, non tutto è perduto:  basta fare una nuova domanda e ci sarà occasione per convincere il console americano di essere meritevoli del visto. Sebbene sia vero che ogni application fa storia a sé, inevitabilmente il console sarà più rigido e in qualche maniera sospettoso dopo un primo rifiuto già pronunciato. Quindi, prevenire certi errori (che vedremo tra un po’), con o senza un avvocato, è molto meglio che curarli.

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12 maggio 2015

Lavorare in America: visti H1B e i segreti per ottenerlo


1 Aprile. Questa è la data segnata sul taccuino di molti italiani che vivono in America. Il motivo non è un ludico pesce d’aprile in quanto l’italiano che vive negli States (e soprattutto a New York) non ha tempo per scherzare nonostante l’indole rimanga perennemente burlona. No, il 1 aprile di ogni anno United States Citizenship and Immigration Services (USCIS) inizia ad accettare le domande per il visto H-1B, ovvero il tanto agognato visto di lavoro (in realtà vi sono altri visti che, soddisfatti alcuni requisiti, consentono di lavorare in America, ma l’H-1B è considerato il principale visto di lavoro in quanto è quello che instaura la classica relazione datore di lavoro/impiegato).

Completata e presentata la domanda per il visto H-1B,  USCIS si prende un po’ di tempo (qualche settimana o anche qualche mese in alcuni casi) per valutare la bontà della candidatura. Una volta arrivato il nulla osta, il beneficiario non può iniziare comunque a lavorare prima del 1 Ottobre. L’H-1B ha una durata di tre anni e può essere esteso per altri 3 anni. Alla fine di questi complessivi 6 anni, i beneficiari, in alcuni casi, possono presentare domanda per l’ancora più agognata carta verde.

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